Archivi tag: democrazia

Difendiamo la libertà, sosteniamo IL MANIFESTO

Quella che segue è la lettera inviata dai lavoratori degli appalti ex RFI licenziati in tronco e che da 60 giorni sono in lotta sulla torre a Milano per la difesa del lavoro, della loro dignità. Una lettera che va oltre la semplice solidarietà e chiama ognuno di noi ad uno sforzo per salvare il manifesto e con esso la democrazia, il pluralismo e la nostra dignità. Dopo che la BCE e la Goldman Sachs ci hanno imposto una manovra lacrime e sangue non permettiamo che ci impongano anche cosa leggere.

La solidarietà al manifesto dai lavoratori in lotta: da due mesi in presidio sulla Torre Faro della Stazione centrale di Milano, i licenziati dei treni notte ci inviano un messaggio.”Difendiamo il posto di lavoro ma anche un bene comune. E per farlo abbiamo bisogno di voi”. 

Caro manifesto. La nostra non è solo una lotta per il diritto al lavoro, ma una battaglia civile a difesa di un vero e proprio bene comune, quello costituito dal trasporto pubblico su rotaia. La stiamo portando avanti, da ormai più di 60 giorni. Siamo i lavoratori licenziati dei treni notte in presidio sulla Torre Faro della Stazione Centrale di Milano. Siamo affiancati da «Binario 21 chiama Italia», un gruppo di cittadini presenti fisicamente sulla pensilina e nella «tenda degli attivisti» che ci seguono e sono protagonisti della nostra campagna di mobilitazione. Stiamo portando avanti questa battaglia non solo per l’occupazione ma soprattutto per un servizio universale che non doveva essere soppresso, e che invece lo è stato il 12 dicembre scorso. I treni notte, che collegavano l’Italia, erano un vero e proprio servizio sociale, di cui usufruivano le fasce deboli. Per anni abbiamo accompagnato anziani che venivano a nord a trovare i figli che qui lavorano, oppure malati che si recavano all’ospedale Gaslini o al Niguarda, intere famiglie con bambini anche molto piccoli. O emigranti che tornano al loro paese dal nord, o dall’estero. Tutte persone che prima potevano fare un viaggio senza cambi intermedi e che ora, invece, sono costretti a non viaggiare, o a farlo affrontando condizioni assurde, numerosi cambi e una spesa molto più alta. E’ una situazione ingiusta. Il treno è un bene essenziale, e noi stiamo lottando per questo. Basta una settimana di neve per toccare con mano cosa significa vivere in un paese con un sistema di trasporti inadeguato. La nostra battaglia assume quindi un significato più ampio: la difesa di un vero e proprio bene comune: il trasporto. Un bene essenziale come lo è anche l’informazione. Per questa ragione scriviamo al manifesto in questo momento così difficile anche per voi. Da quando siamo qui ci siamo resi conto che l’informazione non è tutta uguale. Ci sono giornalisti e giornali che ci sostengono, e li ringraziamo; purtroppo, però, al silenzio del governo si affianca anche il silenzio di molti organi di informazione che ricevono finanziamenti dai poteri forti. Ci sono chiare pressioni politiche, non parlano di noi perchè il trasporto è un settore delicato, ci sono in ballo molti interessi. Siamo scomodi. Proprio come lo siete voi. Ma crediamo profondamente in questa battaglia e non abbiamo nessuna intenzione di mollare. Sempre più persone sono direttamente colpite da una crisi che, oltre a far sparire posti di lavoro, accomuna esperienze di lotta che però troppo spesso non fanno notizia e restano isolate. Guardate cosa dobbiamo fare noi per bucare l’indifferenza! Ecco perché, al binario 21, si sta pensando di creare una rete con altre realtà che sono nella stessa situazione. Ed ecco perché scriviamo proprio a voi. Dietro l’apatia momentanea di un paese sempre più sofferente si nasconde un disagio crescente che non può più sopportare il silenzio. Noi qui abbiamo tre presidi. Quello sulla torre lo chiamiamo presidio del coraggio, quello sulla banchina dove ci sono le persone che ci stanno vicino lo chiamiamo il presidio del cuore, e poi abbiamo aperto un ufficio in stazione. E’ il presidio della conoscenza. Noi abbiamo tanto coraggio ma sappiamo che il coraggio da solo non basta. Per questo serve anche un giornale come il vostro. Il mondo è bello visto da quassù. Fa molto freddo, ma la presenza di tante persone, gente comune, che vengono a portarci solidarietà, ci riscalda il cuore e ci sostiene. Ci fa capire che con la nostra lotta siamo nel giusto. Noi andiamo avanti. Voi non lasciateci soli.

Lascia un commento

Archiviato in Beni Comuni, governo, occupazione

Beni Comuni, democrazia e autonomia

Grande partecipazione, circa 200 persone, alla serata organizzata ieri nella Sala di Rappresentanza della Regione a Trento dal titolo “Beni comuni: una sola lotta” con la partecipazione di Alberto Lucarelli, docente di diritto pubblico all’Università di Napoli Federico II, assessore del comune di Napoli ai beni comuni, Marco Benedetti, assessore alla Cultura del Comune di Tassullo e un rappresentante dell’ASM di Tione.
Lucarelli ha spiegato l’esperienza di Napoli che, immediatamente dopo il referendum di giugno, ha avviato la trasformazione della Spa Pubblica in Azienda speciale di diritto pubblico con al centro nuove forme di controllo e di partecipazione decisionale da parte delle associazioni , dei movimenti e dei cittadini.
Una scelta che permette anche di sperimentare nuove forme di democrazia partecipata nella gestione dei beni comuni che ha ricordato, Lucarelli, non è del comune ma dei cittadini e quindi l’amministrazione deve operare non come proprietario (seppur pubblico) dell’acqua ma come amministratore che deve rendere conto ai cittadini che sono i veri proprietari del bene comune Acqua.
Un nuovo paradigma sociale innovativo di cui non si vede traccia nelle scelte di indirizzo proposte dalle amministrazioni di Trento e Rovereto e/o dalla PAT. Anzi le scelte di queste amministrazioni si incasellano perfettamente nelle disposizioni sulle liberalizzazioni contenute nel decreto Monti sulle liberalizzazioni.
Il vicesindaco di Tassullo ha illustrato l’esperienza della sua amministrazione sui temi dell’acqua sulle modifiche statutarie del comune in materia di beni comuni andando ad istituire, primo in Trentino, l’assessorato ai Beni Comuni.
Il rappresentante dall’ASM di Tione ha ricordato la nascita delle prime forme di gestione pubblica dell’acqua e dei vantaggi sia in termini di basse tariffe che di garanzia per i lavoratori.
L’assemblea ha ribadito che il ricorso alle Spa pubbliche non possono essere la risposta a quei 27 milioni di cittadini che hanno ribadito, recandosi alle urne, che l’acqua, come i servizi pubblici locali devono essere a gestione totalmente pubblica, trasparente e partecipata. Questa necessità non può essere fatta dalle spa in quanto rispondono al diritto privato e quindi non soggette a un possibile controllo da parte dei cittadini.
L’assemblea si proponeva, in relazione alle scelte prospettate dai comuni di Trento e Rovereto e dalla Pat per Dolomiti energia, di poter affrontare una proficua discussione sulle soluzioni in campo e per questo erano stati invitati il vicepresidente della PAT Alberto Pacher, il sindaco di Treno Alessandro Andreatta e quello di Rovereto Andrea Miorandi.
Purtroppo, il vicepresidente della Pacher e i sindaci di Trento e Rovereto hanno scelto di ignorare l’invito e quindi in sala non era presente nessuno in rappresentanza della PAT e dei comuni di Trento e Rovereto.
A nostro avviso hanno perso un importante occasione per aprire un dialogo con la società civile e con quanti si battono per dare, come ha fatto il Comune di Napoli, concreta attuazione al risuolato referendario del 12 e 13 giugno 2011.
i promotori della hanno anche annunciato che nei prossimi giorni sarà presentato un ordine del giorno in Comune a Trento sulla questione di Dolomiti Energia. I promotori chiederanno che il Comune sia conseguente al voto popolare del giungo scorso e quindi impegnare il Sindaco ad attivarsi per la costruzione di una Azienda Speciale Pubblica per la gestione del servizio idrico e del servizio di igiene urbana, anche in modo consortile con comuni che optano di affidare ad un’azienda pubblica, democratica e partecipata le gestione dei beni comuni.
Si chiede che visto che il Trentino in materia di servizi pubblici locali ha potestà di legislazione esclusiva che il Sindaco chieda al presidente Dellai di far valere la nostra autonomia in materia di beni Comuni.
Gli interventi da parte del pubblico che hanno animato la serata sono stati segnati da un un filo conduttore che, oggi più che mai, la questione dell’acqua e dei beni comuni non è separabile dalla questione democratica e dei diritti sia dei cittadini sia dei lavoratori occupati nel settore.
Oggi più che mai si scrive acqua e si legge democrazia.
Per vedere i video della serata clicca qui

Assemblea per Alternativa e i Beni Comuni – Coordinamento Trentino Acqua Bene Comune

Lascia un commento

Archiviato in Beni Comuni

SI dice acqua, si legge democrazia

APPELLO

“GIU’ LE MANI DALL’ACQUA E DALLA DEMOCRAZIA!”

Il 12 e 13 giugno scorsi 26 milioni di donne e uomini hanno votato per l’affermazione dell’acqua come bene comune e diritto umano universale e per la sua gestione partecipativa e senza logiche di profitto.
Le stesse persone hanno votato anche la difesa dei servizi pubblici locali dalle strategie di privatizzazione: una grande e diffusa partecipazione popolare, che si è espressa in ogni territorio, dimostrando la grande vitalità democratica di una società in movimento e la capacità di attivare un nuovo rapporto tra cittadini e Stato attraverso la politica.
Il voto ha posto il nuovo linguaggio dei beni comuni e della partecipazione democratica come base fondamentale di un possibile nuovo modello sociale capace di rispondere alle drammatiche contraddizioni di una crisi economico-finanziaria sociale ed ecologica senza precedenti.
A questa straordinaria esperienza di democrazia il precedente governo Berlusconi ha risposto con un attacco diretto al voto referendario, riproponendo le stesse norme abrogate con l’esclusione solo formale del servizio idrico integrato.
Adesso, utilizzando come espediente la precipitazione della crisi economico-finanziaria e del debito, il Governo guidato da Mario Monti si appresta a replicare ed approfondire tale attacco attraverso un decreto quadro sulle strategie di liberalizzazione che vuole intervenire direttamente anche sull’acqua, forse addirittura in parallelo ad un analogo provvedimento a livello di Unione Europea che segua la falsariga di quanto venne proposto anni addietro con la direttiva Bolkestein. In questo modo si vuole mettere all’angolo l’espressione democratica della maggioranza assoluta del popolo italiano, schiacciare ogni voce critica rispetto alla egemonia delle leggi di mercato ed evitare che il “contagio” si estenda fuori Italia.
Noi non ci stiamo.
L’acqua non è una merce, ma un bene comune che appartiene a tutti gli esseri viventi e a nessuno in maniera esclusiva, e tanto meno può essere affidata in gestione al mercato.
I beni comuni sono l’humus del legame sociale fra le persone e non merci per la speculazione finanziaria.
Ma sorge, a questo punto, una enorme e fondamentale questione che riguarda la democrazia: nessuna “esigenza” di qualsivoglia mercato può impunemente violare l’esito di una consultazione democratica, garantita dalla Costituzione, nella quale si è espressa senza equivoci la maggioranza assoluta del popolo italiano.
Chiediamo con determinazione al governo Monti di interrompere da subito la strada intrapresa.
Chiediamo a tutti i partiti, a tutte le forze sociali e sindacali di prendere immediata posizione per il rispetto del voto democratico del popolo italiano.
Chiediamo alle donne e agli uomini di questo paese di sottoscrivere questo appello e di prepararsi alla mobilitazione per la difesa del voto referendario.
Oggi più che mai, si scrive acqua e si legge democrazia.

Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua

Lascia un commento

Archiviato in governo, liberalizzazioni, trentino, welfare

Grecia: NO alla repressione

Se sei un sindacalista che lotta per garantire che non siano i lavoratori a pagare per la crisi finanziaria globale che non hanno causato, sembra che il 2012 sarà un anno impegnativo.
Giovedì 24 novembre 2011 la polizia greca ha arrestato Nikos Photopoulos, Presidente del sindacato dei lavoratori dell’energia GENOP/DEI, insieme a più di una dozzina di suoi colleghi sindacalisti.
Saranno in tribunale martedì 10 gennaio 2012, per affrontare accuse che potrebbero portare alla loro incarcerazione per un massimo di cinque anni.
Stavano protestando contro una delle misure di austerità della Grecia – il taglio del energia elettrica a chi non è in grado di pagare una nuova tassa di proprietà, riscossa indipendentemente da reddito o ricchezza, aggiunta a tutte le bollette di energia elettrica.
La nuova imposta è solo la più recente azione di ‘austerità’ dal governo greco.
Le prossime saranno l’abolizione del salario minimo nazionale e l’abbassamento delle tasse sul lavoro pagate dagli imprenditori.
Dedica un momento per inviare un messaggio al primo ministro greco a sostegno della campagna della confederazione sindacale Greca GSEE, che chiede che le accuse siano fatte decadere.

Basta fare click QUI per inviare il messaggio.

E per favore non dimenticare di inoltrare questo messaggio ai tuoi contatti, e di usare i tuoi account witter, Google+ e Facebook per aiutarci ad spargere la voce.

Grazie.

Eric Lee

Lascia un commento

Archiviato in Debito, Sindacato