Archivi categoria: Debito

Grecia: NO alla repressione

Se sei un sindacalista che lotta per garantire che non siano i lavoratori a pagare per la crisi finanziaria globale che non hanno causato, sembra che il 2012 sarà un anno impegnativo.
Giovedì 24 novembre 2011 la polizia greca ha arrestato Nikos Photopoulos, Presidente del sindacato dei lavoratori dell’energia GENOP/DEI, insieme a più di una dozzina di suoi colleghi sindacalisti.
Saranno in tribunale martedì 10 gennaio 2012, per affrontare accuse che potrebbero portare alla loro incarcerazione per un massimo di cinque anni.
Stavano protestando contro una delle misure di austerità della Grecia – il taglio del energia elettrica a chi non è in grado di pagare una nuova tassa di proprietà, riscossa indipendentemente da reddito o ricchezza, aggiunta a tutte le bollette di energia elettrica.
La nuova imposta è solo la più recente azione di ‘austerità’ dal governo greco.
Le prossime saranno l’abolizione del salario minimo nazionale e l’abbassamento delle tasse sul lavoro pagate dagli imprenditori.
Dedica un momento per inviare un messaggio al primo ministro greco a sostegno della campagna della confederazione sindacale Greca GSEE, che chiede che le accuse siano fatte decadere.

Basta fare click QUI per inviare il messaggio.

E per favore non dimenticare di inoltrare questo messaggio ai tuoi contatti, e di usare i tuoi account witter, Google+ e Facebook per aiutarci ad spargere la voce.

Grazie.

Eric Lee

Lascia un commento

Archiviato in Debito, Sindacato

Monti: prende ai poveri per dare ai ricchi

Ascoltare le dichiarazioni di voto dei vari partiti sulla manovra Monti sono rimasto stupito dalla sudditanza della sinistra rispetto alle proposte del governo nella formulazione della manovra. Una sudditanza certificata dallo stesso Catricalà, quando ha candidamente ammesso che non ha fatto le “liberalizzazioni” perchè ha trovato “resistenze pazzesche”.
Una domanda sorge spontanea. Ma allora i tagli sulle PENSIONI, sull’ICI sulla prima casa, sull’aumento di 2 punti dell’IVA, della benzina e sugli altri provvedimenti contenuti in manovra che colpiscono le classi più deboli della popolazione sono stati possibili poichè sinistra e sindacato non hanno fatto resistenza?
Perchè il PD non ha insistito nel chiedere una manovra alternativa puntando sulla patrimoniale, sulla cancellazione delle spese militari, su interventi immediati contro l’evasione fiscale?
In Italia annualmente vengono evasi oltre 275 miliardi, pari a 10 manovre. Perchè queste scelte sono state rinviate, se va bene, ad un secondo tempo?
Bersani nel motivare il voto favorevole del PD ha sostenuto che “questa manovra ha degli elementi di equità” che sono frutto dell’iniziativa del suo gruppo parlamentare. Onestamente io vedo in questa manovra non solo una forte iniquità ma anche una specie di “vendetta” nei confronti dei giovani e dei poveri.
Infatti, il governo a ridotto la tassa sui “lusso” (panfili e suv e macchine di lusso) e il mancato introito viene recuperato dall’aumento del tabacco sfuso, che come ognuno di noi sa, per il suo basso costo è utilizzato sopratutto dai giovani, dai precari, dai disoccupati e da quanti non possono permettersi le più costose sigarette.
Questo, caro Bersani, non solo è iniquo ed immorale ma significa prendere ai poveri per dare ai ricchi in perfetta coerenza con il precedente governo che in 10 anni ha permesso un trasferimento di ricchezza dai salari ai profitti di ben 10 punti di PIL. Un Robin Hood alla rovescia.
“Esemplare per equità” e anche la vicenda delle frequenze TV. Ha ragione Di Pietro quanto dice. “Qualcuno mi spieghi perché, se anche il governo ha recepito l’odg del mio partito, non è stato inserita l’asta delle frequenze direttamente in manovra per poter ridurre il taglio ai pensionati?”
Mi associo alla domanda di Di Pietro e aggiungo forse Bersani ritiene che si può decidere con urgenza solo sulle pensioni e non sulle frequenze, tanto care a Mediaset e Rai?
Oggi la Fornero ha dichiarato che l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori non può essere un totem e che bisogna discuterne.
Se questa è la risposta del Governo alle dichiarazioni del PD che sul lavoro non farà sconti forse è utile un supplemento di riflessione su dove ci porta il sostegno al governo Monti.
Ezio Casagranda

3 commenti

Archiviato in Debito, giovani, governo

Crescita, rigore e equità. Monti ci prende in giro

Monti assicura che la manovra sarà orientata a “rigore, crescita ed equità”. ma la realtà ci dice che la manovra sarà una cosa molto diversa, forse addirittura opposta.
Rigore: se per rigore si intende i tagli dei cosiddetti vitalizi siamo a posto. Non è sufficiente che qualche parlamentare come Mario Pepe, (ex Pdl ora gruppo Misto) che dichiara che “.. per una sola legislatura si prenderanno 900 euro al mese, come una pensione sociale” a parte che non conosce l’importo di una pensione sociale (circa 300 euro mese) e solo per questo dovrebbe dimettersi per la vergogna. Questa taglio ai vitalizi è una presa in giro.
Rigore significa anzitutto applicare a tutte le categorie, giornalisti, magistrati e parlamentari compresi, le regole previste per i lavoratori dipendenti dal sistema INPS.
In pensione dopo 41 ( 42 o 43) di contributi versati e la pensione calcolata con il sistema contributivo.
Crescita: Mentre Monti parla di misure per la crescita (ma ha ancora senso parlare di crescita dopo quanto emerge dalla conferenza Onu sul clima in corso a Durban?) la disoccupazione in Europa ha raggiunto i 23,5 milioni e In Italia il tasso di disoccupazione è schizzato al 29,2% per i giovani. Insomma, uno su tre non lavora. Dalle notizie di stampa non si intravvedono misure per contrastare questi allarmanti dati sulla disoccupazione mentre sembra attenta alla soluzione dei problemi finanziari e alla stabilità del sistema bancario e dei conti pubblici.
Un vero intervento per ridurre il dramma della disoccupazione è la strada della ripartizione del lavoro esistente attraverso la riduzione dell’orario di lavoro.
Un’utopia? Forse, ma sempre più economisti parlano del fatto che, se crescita ci sarà questa sarà senza occupazione a causa delle innovazioni di processo finalizzate al risparmio del lavoro vivo.
Forse affrontare il tema della riduzione dell’orario sarà l’unica strada che può evitare uno scontro generazionale senza precedenti.
Equità: Monti si prepara all’ennesimo taglio delle pensioni indicato come il toccasana dei problemi europei. Stando ai media sembra che il destino dell’Euro, dell’Europa e della stesa globalizzazioni dipenda dall’attuale sistema pensionistico italiano.
In materia di pensioni per il sottoscritto la parola equità si coniuga solo con riforma che allarghi, anche ai lavoratori dipendenti, il trattamento riservato alla casta del Parlamento dalla nuova riforma dei vitalizi (900 euro al mese ogni 5 anni di lavoro)
Monti invece nel mentre salva ancora una volta la casta, con la scusante “dell’emergenza”, dopo aver messo in sordina la democrazia parlamentare mette in soffitta anche la democrazia rappresentativa delle organizzazioni sociali e dei partiti.
Ma state tranquilli, Monti si è comunque impegnato a dare il massimo delle informazioni, naturalmente, aggiungo, dopo averle concordate con la Merkel, Sarkpsy e la BCE.
Forse sarebbe opportuno che i sindacati, ma in particolare la Cgil, ricordasse con uno sciopero generale che il taglio delle pensioni, i licenziamenti, l’aumento delle tariffe e dei prezzi ed il blocco dei salari incidono pesantemente sulle condizioni dei lavoratori e non possono essere liquidate con qualche battuta sulle “ritualità” o sulla “comprensione che siamo in emergenza”.

Ezio Casagranda

1 Commento

Archiviato in Debito, governo, lavoratori, Sindacato, trentino

Un audit per i cittadini

Questo appello proviene dalla Francia per creare una commissione di audit del debito pubblico in grado di visionare come è fatto quel debito, come è stato contratto a favore di chi e di quali interessi. Noi vogliamo fare nostra questa proposta per rivedere in profondità l’entità del debito pubblico italiano accumulato nel tempo per favorire rendite, profitti, interessi di casta e di una ristretta elite e non certo per favorire le spese sociali, l’istruzione, la cultura, il lavoro. Una proposta che serve per impostare un’altra politica economica, del tutto alternativa a quella avanzata in questi anni dai vari governi che si sono succeduti e improntata alla redistribuzione della ricchezza, alla valorizzazione dei beni comuni, del lavoro, del welfare, dell’ambiente contro gli interessi del profitto e della speculazione finanziaria. Una politica economica per il 99% contro l’1% del pianeta.

Scuole, ospedali, alloggi d’urgenza…Pensioni, disoccupazione, cultura, ambiente…viviamo quotidianamente l’austerità finanziaria e il peggio deve venire. «Noi viviamo al di sopra dei nostri mezzi», questo è il ritornello che ci viene ripetuto dai grandi media. Ora «occorre rimborsare il debito» ci si ripete mattina e sera. «Non abbiamo scelte, occorre rassicurare i mercati finanziari, salvare la buona reputazione, la tripla A». Non accettiamo questi discorsi colpevolizzanti. Non vogliamo assistere da spettatori alla rimessa in discussione di tutto ciò che ha reso ancora vivibile le nostre società, anche in Europa. Abbiamo speso troppo per la scuola e la sanità oppure i benefici fiscali e sociali dopo venti anni hanno prosciugato i bilanci? Questo debito è stato contratto nell’interesse generale oppure può essere considerato in parte come illegittimo? Chi possiede questi titoli e approfitta dell’austerità? Perché gli Stati devono essere obbligati a indebitarsi presso i mercati finanziari e le banche mentre queste possono farsi concedere prestiti direttamente e a un costo più basso dalla Banca centrale europea? Non accettiamo che queste questioni siano eluse o affrontate alle nostre spalle da esperti ufficiali sotto l’influenza delle lobbies economiche e finanziarie. Vogliamo dire la nostra nel quadro di un ampio dibattito democratico che deciderà del nostro avvenire comune. In fine dei conti, siamo dei giocattoli nelle mani degli azionisti, degli speculatori e dei creditori oppure cittadini, capaci di deliberare insieme sul nostro avvenire? Noi ci mobiliteremo nelle nostre città, nei quartieri, nei villaggi, nei nostri luoghi di lavoro, lanciando l’idea di un grande audit del debito pubblici. Vogliamo creare sul piano nazionale e locale dei collettivi per un audit dei cittadini con i nostri sindacati e associazioni, con esperti indipendenti, con i nostri colleghi, i vicini, i concittadini. Prenderemo in mano i nostri destini perché la democrazia riviva.

Marie-Laurence Bertrand Cgt;Jean-Claude Chailley Résistance sociale; Annick Coupé Union syndicale solidaires; Thomas Coutrot Attac; Pascal Franchet Cadtm; Laurent Gathier Union Snui-Sud Trésor solidaires; Bernadette Groison Fsu; Pierre Khalfa Fondation Copernic; Jean-François Largillière Sud Bpce; Philippe Légé Économistes atterrés; Alain Marcu Agir contre le Chômage!; Gus Massiah Aitec; Franck Pupunat Utopia; Michel Rousseau Marches européenne; Maya Surduts Collectif national pour les droits des femmes; Pierre Tartakowsky Ligue des droits de l’homme; Patricia Tejas Fédération des finances Cgt; Bernard Teper Réseau education populaire; Patrick Viveret Collectif richesse;Philippe Askénazy, économiste; Geneviève Azam, économiste; Étienne Balibar, philosophe; Frédéric Boccara, économiste; Alain Caillé, sociologue; François Chesnais, économiste; Benjamin Coriat, économiste; Cédric Durand, économiste; David Flacher, économiste; Susan George, écrivain; Jean-Marie Harribey, économiste; Michel Husson, économiste; Stéphane Hessel, écrivain; Esther Jeffers, économiste; Jean-Louis Laville, sociologue; Frédéric Lordon, économiste; Marc Mangenot, économiste; Dominique Méda, sociologue; Ariane Mnouchkine, artiste; André Orléan, économiste; Dominique Plihon, économiste; Christophe Ramaux, économiste; Denis Sieffert, journaliste; Henri Sterdyniak, économiste.

Adesioni: www.rivoltaildebito.org

Fonte: IL MANIFESTO del 29-11-2011

Lascia un commento

Archiviato in Debito, politica, precarietà, Sindacato